F.A.Q.

Cosa accade nel momento in cui mi interfaccio ad uno studio di neuropsicologia, psicoterapia e riabilitazione dell’età evolutiva?

A seguito del primo contatto telefonico di natura informativa, veniamo invitati come genitori a un colloquio con una psicologa, che ci accoglie, approfondisce la natura della richiesta e raccoglie dati sulla storia di crescita di nostro figlio/a. Il colloquio servirà per concordare come procedere con la consultazione e come avviare l’osservazione/valutazione diretta di nostro figlio.

Quanto dura il momento di valutazione di un bambino?

La valutazione di un bambino ha una durata variabile in relazione all’età e alla sintomatologia descritta; richiede sempre più di un incontro (mediamente quattro) della durata di circa un’ora ciascuno.

Cosa succede nel momento in cui il genitore riceve la diagnosi del figlio?

Una consultazione clinica non si chiude necessariamente con una diagnosi. Si conclude con un colloquio di restituzione in cui si condivide con i genitori il profilo di sviluppo del figlio/a rilevato nel corso della valutazione, cercando di dare un significato alle difficoltà da loro descritte nel primo colloquio e di formulare ipotesi di aiuto e supporto.

In alcuni casi il profilo di sviluppo emerso nel corso della valutazione può essere compatibile con una diagnosi di disturbo del neurosviluppo o disturbo emotivo/affettivo e in tal caso vengono illustrate ai genitori le caratteristiche di tale diagnosi.

Al termine della consultazione viene rilasciata una relazione scritta che comprende i contenuti del colloquio iniziale, i dati emersi nel corso della consultazione e le conclusioni comprensive dell’eventuale definizione diagnostica. Tale relazione potrà essere condivisa con il medico di libera scelta (pediatra o medico di medicina generale) e con gli insegnanti.

Quali sono le metodologie utilizzate che permettono di arrivare ad una diagnosi?

Il processo diagnostico si fonda sull’interpretazione congiunta dei sintomi riferiti dai genitori e/o da altre figure educative, dei segni clinici rilevati in sede di valutazione (utilizzando l’osservazione del comportamento del bambino e la misurazione delle diverse componenti del suo sviluppo) e di dati ricavati da pregresse consultazioni e consegnate dai genitori (referti medici e relazioni rilasciate ad es. dal servizio di Neuropsichiatria Infantile, esami strumentali).

I genitori dopo aver ricevuto la diagnosi del figlio potranno essere supportati da Evolvendo?

Al termine della consultazione clinica possono essere proposti interventi terapeutici (riabilitativi e/o psicoterapici, o psicoeducativi) indirizzati al bambino/ragazzo e interventi di supporto psicologico per i genitori.

Gli interventi indirizzati al soggetto in età evolutiva prevedono sempre colloqui periodici con i genitori in cui viene condiviso l’andamento del lavoro terapeutico in corso e si accolgono aggiornamenti da parte del genitore sul bambino/ragazzo in contesto di vita quotidiana.

Il bambino a quali Test potrà essere sottoposto?

La valutazione di un bambino/ragazzo è un percorso di conoscenza e come tale implica l’opportunità di avviare, ove possibile, uno scambio conversazionale, di condividere contesti di gioco e di valutare le competenze del soggetto anche con l’ausilio di prove psicometriche (test). I test comportano richieste di prestazione che ai bambini vengono presentate in contesto ludico. Con soggetti di età scolare e/o adolescenti si esplicita lo scopo della richiesta proponendo le prove in un contesto di valido supporto emotivo.

I test a cui può essere sottoposto un bambino in età prescolare includono l’utilizzo di ricco materiale visivo (es. figure, fotografie, disegni di scenette), costruttivo (es. puzzle, incastri), ideativo (set di giochi tematici, es. gioco della fattoria), audivisivo (es. video registrati di cartoni animati), grafo-motorio (es. disegno, copia di segni grafici).

I test per bambini/ragazzi di età scolare possono comprendere materiale più strutturato e talvolta simile a materiale incontrato in contesto scolastico (soprattutto per le prove di apprendimento): di fondamentale importanza è la qualità della relazione interpersonale in cui queste prove vengono proposte; l’operatore che utilizza strumenti di valutazione ha come priorità il rilievo delle competenze del soggetto in una condizione di buon adattamento e agio emotivo.

Come vengono gestiti i rapporti con la scuola?

Con il consenso dei genitori gli operatori di Evolvendo possono incontrare educatori e insegnanti di ogni ordine scolastico per condividere il significato delle difficoltà del bambino e concordare opportune modalità di supporto emotivo e strategie didattiche di promozione delle competenze.

Evolvendo, in accordo con i genitori, può indicare l’opportunità di individuare un bambino come soggetto BES (con Bisogni Educativi Speciali), ai sensi della Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 e della Circolare Ministeriale n. 8 del 06/03/2013, affinché abbia diritto all’attivazione di un Piano Didattico Individualizzato e all’adozione di opportune strategie di supporto da parte degli insegnanti di classe.

In presenza di una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento può rilasciare documentazione per l’individuazione di soggetto DSA ai sensi della Legge 170/2010, affinché il bambino possa usufruire di un Piano Didattico Personalizzato e opportune strategie didattiche compensative e dispensative attuate dagli insegnanti di classe.

Evolvendo può illustrare ai genitori l’opportunità di prevedere per il proprio figlio/a la presenza di un insegnante di sostegno in contesto scolastico; in tal caso l’individuazione ai sensi della Legge 104/92 dovrà essere effettuata da un medico specialista del Servizio di Neuropsichiatria Infantile.

Cosa vuol dire avviare una fase di intervento?

L’intervento è il momento effettivo di presa in carico del bambino, si articola in sedute a frequenza fissa per un periodo di tempo concordato in sede di colloquio con i genitori con obiettivi che vengono definiti in fase iniziale e aggiornati periodicamente.

L’intervento terapeutico può includere obiettivi riabilitativi e di promozione delle funzioni cognitive e di apprendimento o essere indirizzato principalmente al supporto delle componenti emotive e affettive dello sviluppo. In tutti i casi la relazione con il terapeuta e il valido adattamento emotivo del bambino al contesto terapeutico sono elementi fondamentali per garantire l’efficacia dell’intervento.

Parlando di “tempo” quanto impegna una famiglia avviare un intervento?

La frequenza e durata dell’intervento sono variabili in funzione del tipo di bisogni rilevati e di nuove esigenze che nel corso dell’evoluzione del soggetto possono emergere. La frequenza mediamente può essere di una o due volte la settimana; la durata dell’intervento può essere di alcuni mesi o più lunga. I colloqui periodici con i genitori nel corso degli interventi consentono confronti sull’efficacia dell’intervento e consentono di aggiornare e concordare i tempi di lavoro.